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​                                              Sixalix

Sixalix atropurpurea - subsp maritima


Sisematica
Regno: Plantae 
Classe: Dicotiledoni.
Ordine: Dipsacales Juss. ex Bercht. & J.Presl 
Famiglia: Caprifoliaceae Juss.
Genere: Sixalix Desf.
Specie: S. atropurpurea 
Nome comune: Vedovina marittima, Scabiosa marittima.
Etimologia
Il nome del genere Sixalix sembra non avere particolari riferimenti etimologici, quello della specie dal latino ater = nero e 
​purpureus = purpureo, allude ai colori della corolla.
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Descrizione
Dimensione:  alta 30-100 cm, con radice fusiforme e fusto eretto semplice o con ramificazioni divaricate nella metà superiore. 
Le foglie sono molto variabili, da glabre a sparsamente ispide, le basali in rosetta, lungamente picciolate, spatolate, oblanceolate-obovate, con lembo intero, crenato-dentato o lirato-pennatopartito col lobo terminale, pure crenato-dentato, più grande dei laterali, le cauline opposte e le mediane pennatosette a segmenti lineari, oblunghi, interi o dentati e il terminale lanceolato, le superiori intere o con foglioline lineari. Spesso alcune foglie basali seccano o non sono presenti all'anno.
I fiori numerosi, ermafroditi, pentameri, i periferici più grandi e zigomorfi, tutti sono provvisti alla base di un epicalice campanulato, parzialmente lignificato, costituito da un tubo ovale con 8 solchi longitudinali, cigliato sulle coste sormontato da una breve corona membranosa, crenulata e ripiegata all'interno.
Il calice è contornato da una guaina con 5 lunghe reste bruno-rossastre, che superano notevolmente la corona. 
La corolla lilacina, violacea, azzurra, purpureo-nerastra, rosea e a volte anche bianca, lunga circa 1 cm, con tubo imbutiforme e lembo a 5 lobi diseguali, con quello esterno assai più lungo soprattutto
nei fiori raggianti.

I 4 stami sono inseriti nel tubo e sorpassano le lacinie della corolla nei fiori periferici, tutti hanno filamenti filiformi e
antere biloculari, dorsifisse, rosee. 

Il pistillo ha ovario infero uniovulato, saldato col tubo del calice, stilo lungo, cilindrico, glabro, con stimma capitato
​del colore dei fiori esterni o rossastro.
 
Il frutto presenta otto solchi longitudinali e corona membranacea.
I semi di questa pianta vengono mangiati dai cardellini in fase di svezzamento.


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Distribuzione geografica e habitat

In Italia la troviamo in terreni incolti in prossimità di ruderi, e vicino le zone di mare. Vegeta fino a 1300-1500 metri.


Valore terapeutico
Nell’antichità serviva per curare la scabbia.
Curiosità e tradizioni 
Serve per curare le api malate.
 
D’Amico Paolo, Grimaldi Francesco, Tranchina Angelo,
Maranzano Felice, Manzo
Giovanni, Giuliano Giuseppe
Classe 2^ B
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